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domenica 13 giugno 2021

 L'umanità stampata


“Senza libri lo sviluppo della civiltà sarebbe stato impossibile. Essi sono il motore del cambiamento, finestre sul mondo, “Fari - come disse il poeta - eretti nel mare del tempo”. Essi sono compagni, insegnanti, maghi, banchieri dei tesori del mondo, i libri sono l’umanità stampata.”

Cercando l’ispirazione per l’editoriale mi sono imbattuto in questa citazione del filosofo Arthur Schopenhauer che mi è piaciuta in modo particolare proprio perché ricalca ciò che ho immaginato per il nostro abituale appuntamento.

Con il fantasioso titolo ho voluto nascondere uno speciale “viaggio” la cui bellezza è svelabile solo se si è capaci di aprire lo scrigno della singolare “memoria” che la contiene.

Luoghi e date, come filigrane e caratteri di stampa, sono le tracce “segrete” che definiscono il reticolo mnemonico di questo inossidabile “tesoro temporale” che non perde mai il proprio “smalto”.

Per godere dell’avvincente viaggio occorre munirsi di fantasia e di avere una piccola dose di “pazzia”. Come dice Schopenhauer i libri sono “l’umanità stampata” e per comprendere a fondo l’affermazione basta leggere la data di stampa e cominciare a pensare ai secoli trascorsi, alle vicende che nel frattempo sono accadute, agli uomini che hanno toccato, studiato e letto il libro.

Non finito il primo viaggio se ne accosta subito un secondo che prende spunto dal luogo di stampa e dal nome dello stampatore. Ancora il viaggio non finisce e a questo punto subentra la composizione della carta con le peculiari filigrane ….. marchi, a prima vista occulti, di botteghe di illustri artigiani o di nobili casate.

Per ultimo rimane la storia dei possessori che si sono susseguiti nello scorrere delle centinaia dei decenni. A questo punto occorre fare un parallelo con l’arte fotografica che ci permette di fissare un momento …. la data …… chi l’ha scattata ….. l’autore e lo stampatore ……. il soggetto di cui si ricordano, nella gran parte dei casi, solo frammentarie ed imprecise informazioni.

In alcune circostanze previdenti ex libris e firme ci restituiscono un’appartenenza ma sempre limitata a qualche decennio rispetto ai secoli di “umanità”.

Sfoglio il libro che ho fra le mani …. il titolo è “Il mondo magico degli Heroi” l’autore è Cesare Della Riviera lo stampatore è un mantovano di nome Osanna e la data è quella del 1587…… 434 anni fa!! Sconosciuti i possessori …… oggi è mio e voi ne siete testimoni!

venerdì 12 giugno 2020

Il clangore delle Sette trombe

Che vita sarà quella che ricomincerà?
Difficile immaginarlo senza oscillare tra un razionale pessimismo ad un incauto ottimismo.
E’ ancora troppo presto per poter affermare una previsione fondata. L’emergenza sanitaria non è affatto terminata ed è tutto in forse e dipendente dall’evoluzione del contagio.
Ma al di là di tutto già stiamo pensando al dopo sapendo che il calendario delle riaperture sarà un altro angoscioso momento.
Molti, infatti, saranno le vittime economiche di questo apocalittico avvenimento.
Le voci di corridoio lasciano presagire ad una parvenza di normalità dopo l’estate, ma non sono così certo.
Una tenda e un condizionatore, per chi l’ha, saranno i surrogati dell’ombrellone di una spiaggia o la frescura di un bosco montano.
L’escatologico scenario delle Sette Trombe dell’Apocalisse è ciò che potrebbe imporci un cambio radicale della nostra vita mondana. Il virus non sarà cancellato con l’ennesimo provvedimento impositivo e solo chi potrà dimostrare la messa in atto delle condizioni di sicurezza godrà dell’azzardo della “rinascita”. Una spada di Damocle albergherà a lungo sul “nostro capo” e appena si dovesse rendere necessario chiudere di nuovo tutto dovrà essere chiuso nuovamente.
Tutto ciò all’insegna della riduzione, al minimo, delle condizioni di rischio per sfuggire a nuovi pandemici contagi. Lo stravolgimento della vita personale e sociale prevederà modifiche dolorose fino alla messa a punto e distribuzione di un efficace vaccino.
Nel frattempo le nostre abitudini dovranno adeguarsi a procedure e regole e, per questo, il lavoro e le professioni modificheranno profondamente diventando, ove possibile, “flessibile” come oggi si “suol” dire. Un cambio di mentalità sarà lo scotto che tutti dovranno affrontare e al quale i più anziani non si abitueranno per i motivi che Vi lascio immaginare ….. ma tanto sono vecchi! I cosiddetti “giovani” accetteranno il cambio con sacrificio, ma lo dovranno fare per forza! Alla fine rimarranno i nostri nipoti che non avranno alcun tipo di trauma perché cresciuti con una metodologia di vita consona ai tempi. Pensate a ciò che abbiamo appreso noi con l’avvento dei computer e del cellulare.
Saranno così passati dai venti ai trent’anni!
E poi cosa potrà accadere? Difficile a dirsi, ma la prossima tragedia potrebbero essere esodi biblici per carestie e mancanza d’acqua già oggi un bene prezioso più dell’oro!
Alcuni scenari si stanno già disegnando.
Tornando al nostro momento non è ancora chiaro quali saranno le condizioni minime di sicurezza che dovremo applicare, ma tutte dalle più semplici alle più complesse saranno fonte di acute ansietà.
Il distanziamento sociale sarà il “vulnus” che lacererà il nostro innato bisogno di contatto umano.
Un altro gravissimo problema sarà la scuola soprattutto per i piccoli degli asili, delle elementari e per i genitori lavoratori che in mancanza d’aiuto dovranno alternarsi per accudirli …. se ci fosse, ad esempio, l’abolizione del tempo pieno. Insomma un disastro su ogni fronte!
E poi non sarà finita!
Penso alle differenti professioni artigianali ove è impossibile evitare il contatto ravvicinato.
La ripresa, meglio la rinascita, dovrà essere, come già detto in alcune occasioni, modellata su nuove ed inedite strategie perché il ripristino del vecchio non garantirebbe una vera “resurrezione”.
Quando l’intervento è troppo profondo è meglio abbattere e ricostruire.
In ogni caso un vecchio proverbio dice che “tutto il male non viene solo per nuocere” lasciando intendere che se si saprà far tesoro di quest’esperienza avremo partecipato all’albeggiare di un mondo nuovo.Il

lunedì 12 agosto 2019

Seduto su una poltrona

Un pomeriggio di luglio di 50 anni fa ero seduto su una poltrona del salotto di casa dei miei in attesa della prima maratona televisiva.
La RAI, infatti, aveva programmato per l’evento epocale, lo sbarco del primo uomo sulla Luna, una lunga diretta televisiva per immortalarne il primo passo.
Per non perdere nessun istante della trasmissione, avevo disposto cibi e bevande e un pacchetto di sigarette, rigorosamente, a portata di mano.
L’esaltazione di vivere in diretta ciò che avrebbe cambiato la storia, la cultura e la scienza dell’umanità, mi tenne inchiodato, per tutta quella notte, di fronte al televisore … un “Grunding” in bianco e nero acquistato da mio padre in occasione delle Olimpiadi del 1960.
Dopo 50 anni sono sempre seduto su una poltrona e mi guardo, di fronte ad una modernissima televisione, la rievocazione di quel fatidico momento mai dimenticato.
Assieme ai filmati dell’epoca e alle molteplici interviste si è aggiunta l’attesa per la partenza, dal cosmodromo russo, dell’astronauta italiano che, per la seconda volta, vivrà per sei mesi nella stazione spaziale internazionale.
All’epoca avevo appena compiuto vent’anni e pensando al futuro non mi sarei mai immaginato un mondo come quello di oggi. Ora ho appena compiuto settant’anni e pensando sempre al futuro posso considerare di perdermi l’altro fantastico avvicendamento d’era nel quale l’umanità sarà chiamata all’inizio dei viaggi interplanetari cominciando dall’approdo su Marte!
Il bianco e nero di una volta non ci ha permesso di godere la bellezza del nostro pianeta mentre, oggi, a distanza di mezzo secolo, il colore di quelle medesime immagini stimola molteplici riflessioni sulla nostra vita, sull’ incapacità di vivere in pace e nel rispetto della natura del pianeta che ci ospita.
Abbiamo appena aperto il “Sefer” dell’Universo e siamo alle prime righe della prima pagina e tale evidenza mi spinge ad augurarvi e a augurarmi di poter continuare a leggere fino in fondo questo immenso libro anche se saremo fra le stelle.

martedì 19 luglio 2016

Orchiclastia & Tetrapiloctomia

Questo editoriale dovrete leggerlo almeno due volte! 

Non sono vere e proprie malattie, ma piuttosto un comportamento delle persone di questo mondo. Alle volte l’atteggiamento è unito in una sorta di miscela esplosiva, altre è invece personalizzante in un senso o nell’altro. 

I due “atteggiamenti” non sono infettivi …. ma chi ne è affetto può essere nocivo per chi ha la sfortuna di incontrarlo ……. durante gli imprevedibili incroci della vita. 

Solo in alcuni casi le due “condotte” possono divenire causa di effetti tragici come l’ipnosi e, nei casi più frequenti, l’immobilizzazione e l’inespressività dei colpiti ……… sembianze delle statue. 
L’annichilimento è però solo apparente! 
Lo sfortunato, infatti, reagisce con un intenso e silente impegno di protesta e di risposta all’unzione di manzoniana memoria …….. sfoggio dell’irrefrenabile “orchiclasta” e o “tetrapiloctomo”. La tensione muscolare, l’agitazione e le smorfie della “vittima” alla fine terminano con fenomeni di “flexibilitas cerea”. 

Chi è affetto dalle due “sindromi” il più delle volte non è cosciente del proprio stato! 
Già in tenera età emana il suo “sulfureo miasma” che non lo abbandonerà fino al termine della sua esistenza. Per entrambe le asfissianti caratteristiche non esistono né rimedi né terapie! 

L’etimologia dei due termini occorre cercarla nella lingua latina e greca unendo termini il cui significato singolo definisce parti e realtà differenti, ma se ….. legate costituiscono una visione ben precisa del tratto caratteriale degli “infermi”. 

Dopo aver trattato ironicamente queste due manifestazioni umane e ridendo con me stesso sull’effetto di questo editoriale Vi lascio incitandovi ad identificare chi è veramente “sofferente” da chi invece strategicamente simula lo stato “morboso” quale tecnica per raggiungere i propri fini. 
Infatti i più acuti, intellettivamente parlando, sanno utilizzare i due “stati” per sfiancare l’avversario del momento. 

E ridendo …. penso a tutti gli “orchiclasti” e “tetrapiloctomi” che ho incontrato nel mio cammino!!!!

domenica 3 maggio 2015

Donne

Donne
Mentre mi accingo a scrivere rido pensando a tutti gli uomini che leggeranno.
Presi dalla curiosità divoreranno queste poche righe per vedere se sarà riaffermato il loro essere maschi o se saranno relegati alla posizione meno dominante. Per essere sicuro che tutti comprendano bene ho riprodotto quanto oggi l’enciclopedia digitale, più nota, riporta in merito alla definizione e l’etimologia della parola “Donna”.
Simboli alchemici diretti all'eterno femminino
“La parola donna deriva per assimilazione consonantica dal latino dŏmna, forma sincopata del latino classico domĭna, cioè "signora". Per indicare la donna, le altre lingue romanze usano diverse parole, i cui diretti corrispondenti esistono in italiano, ma con significato più generale o più specifico. L'uso del sostantivo donna è attestato tuttavia anche nel provenzale; in francese si usa “femme”, etimologicamente derivato dal latino fēmĭna(m) (donde anche l'italiano femmina), mentre lo spagnolo mujer e il portoghese mulher risalgono entrambi in ultima analisi al latino mŭlĭĕre(m) (da cui anche l'italiano moglie).
In inglese si usa il sostantivo woman, che risale originariamente a un composto nominale bimembre, in fase più antica wīfman, cioè letteralmente "essere umano (man) - femmina (wīf)". In tedesco si usa Frau "donna, signora", che in origine aveva esclusivamente il secondo significato.
Ecco! Ora possiamo parlare delle “Donne”!
Secoli e secoli ….. per certi versi anche i nostri…..hanno visto le donne relegate in un ruolo secondario, private dello status sociale, della vita pubblica e politica, della riconoscenza allo sviluppo culturale della specie.
Il mondo è stato pensato al maschile?
Poveretti!
Il mondo parte dall’ ”Anima Mundi” una figura emblematica capace di contenere nel suo grembo tutta l’umanità, tutta la forza del progresso del “Homo sapiens sapiens” ….. fino ai nostri giorni.
Munita di una graziosità attraente la donna ha saputo seguire, correggere e contrastare gli errori dell’uomo maschio. Oggi la sua vittoria è cominciata a dilagare verso una futura società che non voglio chiamare matriarcale perché, per me, contenente un “non so che” di negativo.
Le donne sono tutto per l’uomo  ….. dalla propria mamma, alla compagna di vita …..capace di sostenere e gestire il nostro estremo bisogno del seno materno.
Questo scritto vuole essere un inno alle donne, alla loro generosità e genialità e forse anche alla loro pazienza.
Ciò che ho appena scritto lo dedico a tutte le donne che mi circondano e che mi hanno circondato riconoscendo ad ognuna un valore singolare, ma certamente determinante. A voi amici uomini una raccomandazione semplice …..riflettete e sarete del mio avviso.
Le donne dell’umanità che hanno saputo cambiare il mondo sono tante ed è impossibile nominarle tutte direi che una sintesi veloce potrebbe essere quella da Maria l’Ebrea, alchimista ed inventrice del Bagno Maria, a Samantha Cristoforetti e Fabiola Gianotti entrambe emblemi dei tempi attuali.L'una astronauta l'altra direttrice  L’una astronauta l’altra direttrice del CERN di Ginevra salita alla notorietà perla scoperta della "particella di Dio" o Bosone di Higgs. Nel mezzo ci stanno tutte le altre anche quelle a noi più vicine se non incollate!
Evviva le donne!

domenica 1 giugno 2014

Della ingratitudine


Ordinando i libri della mia biblioteca mi è capitato fra le mani, pochi giorni or sono, la “folgorazione” di Nietzsche; il famoso “Così parlò Zarathustra”. L’associazione di idee è scattata automatica e, attingendo alle emozioni e ai fatti del mese, ho trovato ancora una volta l’ispirazione per scrivere.
Una calzante definizione di Cesare Mori, il famoso Prefetto di Ferro, pertinente all’argomento che avevo scelto per l’editoriale, ha fatto il resto.
“L'ingratitudine è un modo come un altro per pagare i debiti. Ed è il preferito perché costa meno”
Leggendo e rileggendo le parole mi sono sembrate le più adatte per definire una fra le più amare prerogative degli esseri umani. Tale riscontro cela pensieri “rancorosi” togliendo spazio ad ogni altro rilievo quando si dovesse porre sui piatti della fatidica bilancia il bene fatto o l’impegno profuso ed il riconoscimento ottenuto. L’ingratitudine, come dicevo pocanzi, è una peculiarità solo degli uomini ed è introvabile in qualsiasi altro essere vivente che, per contro, hanno invece una spiccata tendenza alla “gratitudine”.
A conferma di quanto appena detto mi ricordo gli eroismi di molti animali che, in palesi frangenti drammatici, soccorrono o curano i loro “padroni” fino a barattare la loro esistenza con la salvezza di chi li ha cresciuti e sfamati.
Questo dovrebbe indurvi a riflettere.
La citazione che ho preso in prestito mi è sembrata anche un po’ troppo mercantile ed apre a presupposizioni di “strana origine”, ma non è nel nostro stile porre l’attenzione su tali aspetti. Sono invece i riconoscimenti spontanei che vengono dal cuore e dalla memoria di ciò che si è ricevuto quello che conta. L’ingratitudine come la gratitudine non hanno età e ambedue sono l’espressione delle incapacità o capacità personali di relazionarsi.
Mi rendo conto che comunque non cambierà nulla nel mondo fintanto che non si capirà che certi valori sono fondamentali.
Also sprach Zarathrusta o se credete Thus spoke Zarathrusta!!!!! 

Passioni ed interessi

Oggi, dopo molte peregrinazioni, si è scoperto che uno dei valori fondamentali per il successo è contenuto non nel mondo guidato dai numeri e dai profitti, ma nel mondo dei sentimenti. 
La fiducia, il senso della responsabilità, l’ onestà e soprattutto l’ etica sono i principi che regolano il vivere e le relazioni tra gli esseri umani lasciando che gli effetti che ne derivano costituiscano “l’ etica dell’ eccellenza”. 
La tecnologia che ci permette di raggiungere in breve tempo prestazioni elevate non è nulla rispetto a tali principi la cui violazione ha un’ influenza sulla nostra efficacia e ciò si può evidenziare con molteplici esempi e casi pratici osservabili nella realtà di ogni giorno. 
La mancata applicazione di tali principi o l’ ignorarli porta ad una vita senza vere motivazioni privandosi di leggere le opportunità che vengono offerte …. il tutto con risultati, per la propria vita e per il proprio lavoro, che deturpano l’ idea di essere veri uomini.